Geotrails

Sono oltre una cinquantina i sentieri che si possono percorre all’interno del Geoparco del Carso-Kras, tutti ben segnalati, per la maggior parte mappati dal Club alpino italiano e dal Club alpino sloveno. Solo nella parte italiana del Geoparco si contano 57 geositi, ovvero luoghi con caratteristiche geologiche particolarmente interessanti. Qui vi offriamo qualche spunto utile.
Partiamo dal geosito del Lago di Doberdò, uno dei pochi laghi di origine carsica presenti in Italia, l’unico in Friuli Venezia Giulia. Si trova all’interno della Riserva naturale dei laghi di Doberdò e Pietrarossa, ai margini nord occidentali del Carso classico. Un punto d’osservazione privilegiato è il piazzale antistante il centro visite di Gradina (www.riservanaturalegradina.com), raggiungibile a piedi e in auto dal paese di Doberdò del Lago. Da qui si segue il sentiero dei Castellieri (Cai 78) che conduce a diverse località, tra cui il Castelliere di Castellazzo, Casa Cadorna e Gradina.
Sul fronte fluviale invece si può visitare il geosito delle Risorgive del Timavo (Reka), il fiume del mistero che s’inabissa nelle Grotte di San Canziano e riemerge, dopo un percorso sotterraneo di circa 20 km, a San Giovanni di Duino, nei pressi della chiesa di san Giovanni in Tuba. Qui potrete ammirare le quattro polle da cui fuoriescono le acque sotterranee, che si raccolgono in tre rami e sboccano nel Golfo di Panzano.
Poco distante c’è il geosito del Dinosauro del Villaggio del Pescatore: se si percorre a piedi il sentiero che sale ai margini dell’ex cava di calcare del Villaggio dopo un centinaio di metri s’incontra un sito fossilifero d’interesse mondiale, dove è stato scoperto nel 1994 lo scheletro di un dinosauro adulto, soprannominato Antonio, ora custodito presso il Museo civico di storia naturale di Trieste.
Da non perdere, sempre in zona costiera, laddove il Carso incontra il mare, il geosito della Falesia di Duino, inserito nell’omonima Riserva naturale. Tra il porticciolo di Duino e la Baia di Sistiana, a picco sul mare, si possono ammirare le bianche rocce della falesia, l’unico esempio di costa rocciosa alta dell’Alto Adriatico. Vi consigliamo di osservarla percorrendo il sentiero Rilke, dal quale si può godere di un panorama mozzafiato.
Salendo invece sull’altipiano carsico, nei pressi dell’abitato di Borgo Grotta Gigante (Briščiki), ci si imbatterà nel geosito dei Campi Solcati di Borgo Grotta: una delle aree, chiamata dai locali “Gadna griza” (griza delle vipere) in cui si sviluppano le più interessanti forme carsiche superficiali: kamenitze (vaschette di dissoluzione), karren, solchi carsici, scannellature, crepacci.
Poco lontano, nella medesima località, un altro geosito di grande rilievo è la Grotta Gigante (Briškovska jama): una grotta turistica contenente la sala naturale più grande al mondo. Qui potrete osservare, seguendo il percorso attrezzato lungo 850 metri, che consente di raggiungere una profondità di 101 metri, i risultati dell’interazione tra rocce calcaree e acqua: stalattiti e stalagmiti che si sono formate nel corso di alcuni milioni di anni (www.grottagigante.it).
Spostandosi soltanto di alcuni chilometri si entra nel comune di Monrupino (Repentabor), dove si trova il geosito dei Torrioni di Monrupino: singolari formazioni, alte più di dieci metri, costituite da blocchi di roccia calcarea risalenti al Cretacico superiore (circa 95-90 milioni di anni fa). Per arrivarci basta percorrere la strada provinciale che porta al paese.
Infine, spostandosi ai margini meridionali del Carso Classico, a est di Trieste, è da visitare il geosito della Val Rosandra, Riserva naturale (www.riservavalrosandra-glinscica.it) che rappresenta l’unica valle fluviocarsica del Carso triestino, con un torrente superficiale che la attraversa. È situata nel comune di San Dorligo della Valle - Dolina e vi si accede dal comune di Bagnoli della Rosandra, da dove parte un sentiero che costeggia in parte il corso del torrente, molto amato dai triestini che qui cercano refrigerio nei giorni più caldi dell’anno. Qui possiamo riconoscere forme carsiche sia superficiali che profonde, paleofrane, una cascata con un salto di oltre 30 metri, forre, sorgenti, depositi alluvionali e di detrito, caverne.


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