Fossili

I fossili sono la testimonianza dei resti di organismi, animali e vegetali, vissuti nel passato - comprese le tracce della loro attività - che si sono conservati fino a oggi.
I fossili sono elementi preziosi che permettono di ricostruire la storia biologica e geologica della Terra.
Il loro studio non è quindi finalizzato unicamente a catalogare le forme di vita che hanno popolato il nostro pianeta nel corso delle ere geologiche, ma anche a studiare i cambiamenti terrestri del passato per poter prevedere i possibili scenari futuri.
Il processo di formazione di un fossile (chiamato fossilizzazione) è sempre di per sé un fatto straordinario; infatti, affinché possa aver luogo è indispensabile che dopo la morte l’organismo venga sepolto dai sedimenti e che, grazie a questa coperta protettiva, non sia intaccato da agenti meccanici (ad esempio correnti), agenti biologici (batteri, muffe) e agenti chimici (ossigeno) che potrebbero distruggerlo o decomporlo.
Perché un organismo si conservi allo stato fossile è importante la rapidità con cui esso viene ricoperto dal sedimento. In base a tale considerazione è facile comprendere perché la maggior parte sia di origine di ambienti marini protetti o lacustri. Gli organismi terrestri invece riescono difficilmente a fossilizzare: ci riescono principalmente nel caso in cui siano sepolti in ambiente marino o lacustre, trasportati là dopo la morte, o in un altro ambiente particolarmente protetto (ad esempio le grotte).
Pare evidente che le parti dure degli organismi (ossa, denti, gusci, ecc.) sono le più resistenti e quindi più facilmente conservabili, ma in talune fortunate circostanze anche i tessuti molli possono conservarsi, come ad esempio le ali di una libellula o il corpo di una medusa, per mancata putrefazione dell'organismo, subito sepolto sotto finissimi sedimenti. In circostanze particolari, è possibile anche la conservazione dei tessuti molli: è il caso degli insetti inglobati nella resina fossile (ambra).
I fossili si trovano solitamente in rocce di origine sedimentaria che si sono formate per l'accumulo di frammenti preesistenti o per la deposizione di sostanze chimiche.
I fossili di organismi che ebbero una contemporanea e ampia distribuzione mondiale e una presenza molto limitata nel tempo vengono definiti dai geologi “fossili guida”. Il loro riconoscimento è molto importante poiché consente di dare un’età alle rocce.
Infine, i fossili possono fornire importanti informazioni anche sulle caratteristiche dell'ambiente del passato e del suo clima.

Il dinosauro Antonio
Il sito paleontologico del Villaggio del Pescatore-Ribiško Naselje, nel Comune di Duino Aurisina-Devin Nabrežina riveste un’importanza mondiale perché qui, nel 1994, fu rinvenuto lo scheletro di un dinosauro adulto perfettamente conservato, alto più di 1 metro e lungo 4 che in vita poteva pesare 700 kg. Si tratta del più completo scheletro di dinosauro di dimensioni medio-grandi rinvenuto in Europa dal 1878. Il nome scientifico è Tethyshadros insularis e significa dinosauro adrosauroide insulare della Tetide.
La testa del dinosauro, un rettile vegetariano simpaticamente battezzato Antonio, è allungata e dotata di un curioso becco.
Antonio è stato rinvenuto all'interno di un livello di calcari laminati (laminiti) il cui spessore complessivo è tra i 15 e i 25 m e la massima estensione longitudinale è di circa 80 m. Le laminiti si sono depositate in un bacino prossimo al mare e le sue colorazioni chiaro-scure indicano un alternarsi di condizioni da bene a poco ossigenate (di stagnazione).
La presenza di micro-organismi fossili ha consentito di dare al deposito un'età di 80 milioni di anni (Cretacico superiore).
Gli scavi paleontologici hanno portato alla luce anche resti fossili di pesci, gamberetti,
coccodrilli, pterosauri e di un altro dinosauro (Bruno) intero, più varie ossa disarticolate di dinosauri.
Gli studi compiuti su questo geosito hanno consentito di ricostruire l'ambiente del Cretacico superiore, quando Antonio "pascolava" in un ambiente di laguna prossimo al mare con una fauna ricca e diversificata, in un clima di tipo tropicale.
Lo scheletro fossile di Antonio è esposto presso il Museo Civico di Storia Naturale di Trieste.

Le rudiste
Le rudiste, tra i fossili più caratteristici che troviamo nelle rocce del Carso, erano molluschi bivalvi che popolavano antichi mari tropicali caratterizzati da acque limpide, calde, ben ossigenate e senza variazioni di temperatura e salinità. Le rudiste erano organismi solitari o gregari che vivevano fissati e ancorati al substrato sabbioso-limoso.
Si estinsero, come i dinosauri alla fine del Cretacico (66 milioni di anni fa) in corrispondenza dell’ultima crisi biologica e ambientale mondiale: estinzione di massa del Cretacico-Paleogene.
Le rudiste avevano forme e dimensioni varie a seconda del genere ed erano caratterizzate da due valve dall’aspetto differente: una valva inferiore di forma cilindrica o conica, fissa al substrato e una valva superiore di dimensioni molto ridotte che fungeva da opercolo mobile. Questa si incernierava a quella fissa grazie a due denti che si incastravano in due fossette presenti nella valva fissa.
Le rudiste sono ottimi indicatori dell’età della roccia in cui vengono rinvenute.

Le alveoline
Le alveoline sono foraminiferi tipici di mari caldi e poco profondi.
Sono caratterizzate da un guscio calcareo di tipo porcellanaceo che presenta una struttura interna molto complessa.
Le alveoline presentano una serie di camere disposte secondo una spirale piana dove i giri ricoprono totalmente i precedenti.
Le camere sono in comunicazione tra loro grazie a piccole aperture e il guscio esterno assume una forma di fuso.
Le prime alveoline, comparvero nel Cretacico inferiore-medio, si diffusero nel Cretacico superiore e raggiunsero la massima diffusione e varietà di specie nell’Eocene superiore e oggi solo pochi generi vivono negli ambienti di scogliera dei mari caldi dell’Oceano pacifico.
Sono facilmente riconoscibili anche nelle rocce del Carso dove si presentano come piccoli bottoncini bianchi (da 1 a 10 mm circa) dall’aspetto porcellanaceo.